venerdì 23 marzo 2012

The Transporter

XeoSpeed

Uscita Cinema: 18 Luglio 2003
Genere: Azione Poliziesco
Regia: Nicolas Trembasiewicz
Diretto: Cory Yuen Louis Leterrier
Sceneggiatura: Luc Besson, Robert Mark Kamen
Attori: Jason Statham, Shu Qi, Matt Schulze, François Berléand, Ric Young, Doug Rand, Didier Saint Melin, Laurent Desponds, Matthieu Albertini, Vincent Nemeth, Jean-Yves Billien, Jean Marie Paris, Adrian Dearnell, Sandrine Rigaux, Cameron Watson, Tonio Descanvelle, Christian Gazio, Alfred Lot, Audrey Hamm, Sebastien Migneau
Fotografia: Pierre Morel
Musiche: Vincent Tulli Ken Yasumoto, Stanley Clarke
Montaggio:Nicolas Trembasiewicz
Produzione: Europa Corp TF1 Films
Distribuzione:  20th Century Fox
Paese: Francia, USA 2002
Durata: 88 min circa
Fromato: Colore


Trama Film:
 Frank Martin, un ex-agente delle Forze Speciali, vive quella che sembra un'esistenza tranquilla sulla costa francese del Mediterraneo, salvo le sue occasionali missioni da "trasportatore" mercenario, in grado di spostare carichi - umani o meno - da un luogo all'altro. Senza domande. Per portare a termine, sulla sua Mercedes modificata, i suoi incarichi, sempre misteriosi e talvolta pericolosi, Frank segue una serie di regole molto rigide, che non infrange mai. Regola uno: Onorare sempre il contratto. Regola due: Niente nomi - Frank non vuole sapere per chi sta lavorando, o cosa sta trasportando. Regola tre: Mai guardare nel carico. L'ultimo trasporto di Frank non sembra diverso da tutti gli altri che ha fatto in passato. Il suo committente è un americano che Frank conosce solo come "Wall Street" che gli ha chiesto di effettuare una consegna; durante una sosta in viaggio, però Frank si accorge che il suo "pacco" si muove. Violando la regola tre, Frank guarda nel pacco, scopre che contiene una donna, bella e bendata...

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martedì 13 marzo 2012

Hysteria

XeoSpeed



Uscita Cinema: 24/02/2012 
Genere: Commedia
Regia: Tanya Wexler
Sceneggiatura: Jonah Lisa Dyer, Stephen Dyer
Attori: Hugh Dancy, Maggie Gyllenhaal, Rupert Everett, Jonathan Pryce, Felicity Jones, Ashley Jensen, Sheridan Smith, Dominic Borrelli, Kim Criswell, Elisabet Johannesdottir, Kate Linder, Corinna Marlowe
 Fotografia: Sean Bobbitt
Montaggio: Jon Gregory
Musiche: Christian Henson 
Produzione: Informant Media, Beachfront Films, Forthcoming Productions
Distribuzione: Bim
Paese: Germania, Francia, Gran Bretagna 2011
Durata: 100 Min
Formato: Colore


Trama Film:
Hysteria, ovvero l'eccitante invenzione del vibratore, si svolge nel 1880. Nella pudica Londra vittoriana, il brillante giovane dottore Mortimer Granville è in cerca di un nuovo lavoro. Lo trova presso il Dottor Dalrymple, specializzato nel trattamento dei casi di isteria. Dalrymple è convinto che la causa del malanno sia anche la repressione sessuale imperante in quell'epoca, e cura le "isteriche" con una terapia scandalosamente efficace: il "massaggio manuale" sotto le gonne delle sue pazienti. Il dottore, però, deve lottare contro la fiera disapprovazione della figlia Charlotte, sostenitrice dei diritti delle donne più deboli. Mortimer decide di affinare il metodo terapeutico: quando il suo lungimirante amico Edmund gli rivela il progetto del suo nuovo spolverino elettrico, gli viene in mente un'idea irresistibile.


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domenica 11 marzo 2012

La Sorgente dell'amore

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Uscita Cinema: 9 Marzo 2012
Genere: Drammatico
Regia:  Radu Mihaileanu
Attori: Leïla Bekhti, Hafsia Herzi, Biyouna, Sabrina Ouazani, Saleh Bakri Hiam Abbass, Mohamed Majd, Amal Atrach
Durata: 125 min.
Paese:  Belgio, Italia, Francia 2011
Titolo Originale: La source des femmes
Distribuzione: Bim


Trama Film:
 La vicenda si svolge ai giorni nostri in un piccolo villaggio situato da qualche parte tra Nord Africa e Medio Oriente. Tutti i giorni le donne debbono compiere un accidentato percorso in salita per andare a prendere l'acqua da una sorgente. Molte di loro hanno perso dei figli che portavano in ventre sottoponendosi a questo duro sforzo. Gli uomini stanno da sempre a guardare e nessuno di loro si è mai dato da fare per far sì che i soldi che arrivano dalle visite dei turisti vengano investiti nella realizzazione di un piccolo acquedotto. Un giorno Leila, giovane sposa venuta dal Sud, decide di non sopportare più questa situazione. Insieme a una delle donne più anziane del villaggio e opponendosi all'ostilità della suocera prova a convincere le donne ad attuare uno sciopero del sesso che dovrà protrarsi sino a quando gli uomini non porranno rimedio alla situazione.
Radu Mihailehanu dopo il treno dei possibili deportati in fuga (Train de vie), la vita non facile di un finto falascià in Israele (Vai e vivrai) e la polifonica irruzione a Parigi dei musicisti russi (Il concerto) affronta il tema dei rapporti uomo/donna nel mondo islamico. Lo fa ammantandolo con l'ottica del racconto di fantasia e partendo da uno spunto da commedia classica dell'antica Grecia: lo sciopero del sesso. Ma non aspettatevi i toni da commedia di almeno due dei film precedenti. Ci sono ma sono minoritari rispetto al bisogno di battersi (ancora una volta per il suo cinema) con senso dello spettacolo contro tutti gli integralismi.
Le sue donne non sono contro gli uomini in quanto tali ma combattono il loro essersi ridotti, per machismo, per vittimismo o per pigrizia mentale allo stereotipo negativo del maschio mediterraneo. La figura di Leila (che trova nell'anziana madre di un Imam tanto giovane quanto integralista una convinta e brillante alleata) emerge. È colei che viene da fuori, colei che la suocera contrasta perché ha il coraggio di gesti che la madre di suo marito non ha mai avuto il coraggio di compiere.
È un piccolo mondo quello che Mihaileanu ci racconta. Ma il suo cinema, che non punta al capolavoro quanto piuttosto a un solido rapporto con il pubblico, trova in sé la forza dell'apologo discreto che ricorda a tutti (non solo ai musulmani) che le Scritture predicano qualcosa di ben diverso dalla sottomissione della donna. Predicano l'amore e il rispetto reciproci.

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Seven Swords

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Uscita Cinema:  2 Settembre 2005
Genere: Azione
Regia: Tsui Hark
Attori:Donnie Yen, Leon Lai, Charlie Young, Honglei Sun, Yi Lu, So Yeun Kim, Kar-leung Lau
Titolo Originale: Qi Jian
Durata: 144 min
Paese: Cina (Hong Kong) 2005


Trama Film:
 Le sette spade del titolo appartengono ad altrettanti guerrieri che, agli albori della Dinastia Ching (1660 circa), si trovano a difendere gli abitanti di un villaggio vessato dal sanguinario esercito manciuriano che sta ponendo in essere un editto del governo che vieta l'uso delle arti marziali. I metodi degli alti ufficiali sotto il comando del cruento Vento di Fuoco sono brutali, ma a dargli filo da torcere saranno gli altrettanto temibili sette guerrieri, spadaccini di impressionante abilità.
Una messinscena sontuosa per una storia che ha diversi richiami ad un classico di tutti i tempi quale è I sette samurai, ma forse legato più al suo remake americano (I magnifici sette), testimonia il periodo di grande vigore attraversato dal cinema orientale. Ad Hong Kong l'esaurirsi della fucina delle idee si accompagna, fortunatamente, ad una piena maturità stilistica dei suoi esponenti di punta. Dimenticati i limiti atavici del cinema cinese – colonne sonore pessime, personaggi esasperati, esagerazioni visive – Sette spade è una poderosa unione di estro creativo e genuino intrattenimento, capace di avvincere le più svariate fasce di pubblico per due ore e mezza suonate. I personaggi, tutti memorabili (villains in particolare) si affrontano in duelli della miglior scuola, addolciti da sottotrame amorose mai scontate.

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Un Gioco da Ragazze

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Uscita Cinema: 7 Novembre 2008
Genere: Drammatico
Regia: Matteo Rovere
Attori: Filippo Nigro, Chiara Chiti, Desiree Noferini, Nadir Caselli, Chiara Paoli, Valeria Milillo, Stefano Santospago, Franco Olivero, Elisabetta Piccolomini, Tommaso Ramenghi, Valentina Carnelutti, Cecilia Carponi, Chiara Martegiani
Durata: 95 min
Paese: Italia 2008
Valutazione: Vietato Minori 14 anni
Distribuzione: 01 Distribution


Trama Film:
  Elena Chiantini e le sue amiche Michela e Alice sono le bad girl di un prestigioso liceo privato. Figlie viziate di ricchi imprenditori, hanno come modello Kate Moss e Paris Hilton e si atteggiano ad adulte assumendo pose spregiudicate sotto le strobo e l'effetto di ecstasy, cannabis e cocaina. Annoiate dalla quotidianità, dai genitori e dalle istituzioni, non accolgono di buon grado l'arrivo di un nuovo professore, un giovane idealista deciso ad aprire gli occhi e le menti dei suoi alunni con le letture di Philip Roth e J.D. Salinger. Elena, che del gruppetto è la leader indiscussa, decide di coinvolgere l'insegnante in un gioco pericoloso.
Un gioco da ragazze, che sembra essere la risposta borghese al proletario Albakiara, si propone di analizzare il lato oscuro degli adolescenti contemporanei ma finisce per essere fuorviante. La condizione privilegiata delle giovani protagoniste ritratte a colpi di cliché - sono tutte ricche, belle, magre, stupide, tossiche e anoressiche - potrebbe indurre in tentazione le ragazzine che nel mondo reale sognano una vita diversa leggendo i gossip sulle stesse eroine di Elena, Michela e Alice. La realtà raccontata da Matteo Rovere rappresenta oltretutto una piccolissima percentuale dell'adolescenza italiana che non conosce il lusso di domestici, cani con pedigree, scuole private e feste inondate da champagne. La vita di borgata, quella che più spesso finisce sulla pagina della cronaca e in rete - con i filmati di violenze carnali, mobbing e atti vandalici - non sarebbe stata altrettanto cinematografica, probabilmente. La scelta di "imbellettare" la violenza e la perversione giovanile attraverso uno scenario sfarzoso della provincia benestante risulta perciò diseducativo e altamente pericoloso. Lontano dai crimini sessuali di John McNaughton, dalle cattive ragazze di Mark Waters e da quelle interrotte di James Mangold, lontano dalle crudeli intenzioni di Roger Kumble e dalle regole dell'attrazione di Roger Avary (che pure sembrano aver offerto un immaginario ideale al regista romano), il film di Rovere è un gioco fine a se stesso che si abbandona alla bellezza della fotografia e dell'elegante contorno scenico. Tingendo di nero le ultime battute lascia in sospeso le sorti delle protagoniste senza offrire alcuna soluzione al malessere sociale né l'ombra del pentimento sui volti acerbi delle tre ragazzacce.


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A Simple Life

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Uscita Cinema: 8 Marzo 2012
Genere: Drammatico
Regia: Ann Hui
Attori: Andy Lau, Deanie Ip, Wang Fuli, Qin Hailu, Paul Chiang, Leung Tin, Wendy Yu, Eman Lam, Elena Kong, Jason Chan, Hui So Ying, Anthony Wong, Chapman To, Lam Ka Tung
Durata:  117 min
Distribuzione: Tucker Film


Trama Film: 
Tara l'anziana amah (domestica) Ah Tao e il suo padrone, l'attore cinematografico Roger, si instaura un rapporto che assomiglia a quello tra una madre e il proprio figlio, destinato a intensificarsi durante la degenza in ospedale di Ah Tao.
Una lunga carriera come quella di Ann Hui, dedita sin dagli inizi alla denuncia di storture della società e alla raffigurazione di spaccati di quotidianità raramente visti su grande schermo, non poteva che trovare coronamento in un film come A Simple Life, che già nel titolo pare assurgere a summa della poetica della regista. La storia di Ah Tao è quella esemplare della vita di una persona semplice, una donna costretta dagli eventi a trascorrere sin dall'infanzia una vita al servizio degli altri, ma che a questa condizione ha saputo infondere dignità e passione; una donna, a prescindere dallo status, speciale e unica, proprio come il fiocco di neve del vetusto stereotipo.
Riecheggia qualcosa di Ozu nella dinamica servo-famiglia, ma la cifra stilistica è inconfondibilmente quella di Ann Hui, che accarezza con la macchina da presa i corpi dei suoi personaggi, ma soprattutto le espressioni, anche le meno percettibili, carpendo sguardi e ammiccamenti furtivi tra due personaggi che spesso non necessitano di parole per comunicare il reciproco affetto. Quello che arriva al pubblico in una sorta di empatia che supera lo schermo e cresce man mano che Roger e Ah Tao capiscono di rappresentare la famiglia nella sua totalità l'uno per l'altro.
Proprio quell'Andy Lau che la Hui lanciò nel lontano 1982 di Boat People torna, ormai superstar, nei panni del protagonista di A Simple Life, privandosi di ogni glamour e dimostrando per la prima volta di accettare la sua mezza età e l'inesorabile verdetto del tempo che passa.


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I Don't Want to Sleep Alone

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Uscita Cinema: 2 Aprile 2012
Genere: Drammatico
Titolo Originale: Hei yanquan
Regia: Tsai Ming-Iiang
Attori: Chen Shiang-Chyi, Lee Kang-Sheng, Atun Norman, Pearly Chua
Durata: 115 min
Paese: Cina,Taiwan, Francia, Austria, Malesia  2006



Trama Film:
Cantore della solitudine urbana, con I don’t want to sleep alone, Tsai Ming-Liang costruisce un'opera densa e inquietante.
Girato a Kuala Lumpur, in Malesia, paese d'origine del regista, il film segue le traiettorie dei suoi personaggi: un senza tetto cinese pestato a sangue, ospitato da un lavoratore del Bangladesh, e una cameriera di un coffee shop. Privati di qualsiasi caratterizzazione psicologica, i protagonisti si muovono in uno spazio urbano indefinito e sospeso, lasciandosi trascinare in un'esistenza anonima e incolore, ribelli donchisciotteschi di una società postmoderna, malsana e contaminata: il loro grido è muto e disperato, almeno quanto lo sono gli spazi nei quali si muovono.
La colonna sonora, un omaggio al Flauto magico mozartiano e al chapliniano Luci della ribalta, punteggia lo scorrere del tempo, le situazioni e le reazioni dei protagonisti.
Anche se è diverso il contesto urbano, per certe atmosfere il film rimanda alla poetica di The Hole - Il buco, evitando, tuttavia, la maniera.
Ancora una volta il tocco dell'autore si fa sentire, a conferma di un talento non comune che coglie i malesseri di una società contemporanea, per restituirli in un racconto in bilico tra la crudezza del realismo e il lirismo surreale.



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Reing Over Me

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Uscita Cinema: 31 Agosto 2007
Genere: Drammatico
Regia: Mike Binder
Attori: Adam Sandler, Don Cheadle, Liv Tyler, Saffron Burrows, Donald Sutherland Jada Pinkett Smith
Durata: 125 min
Paese: USA 2007
Distribuzione: Sony Pictures




Trama Film:
Il   film prende il titolo da una canzone degli Who: Love, Reign O’er Me (Amore, regna su di me). Una delle tante hit anni '70 che Charlie Fineman (Adam Sandler) ascolta in cuffia a tutto volume mentre, solitario, vaga per le strade di New York sul suo curioso monopattino a motore. Charlie ha perso moglie e figlie nella tragedia dell'11 settembre: erano a bordo di uno degli aerei che si schiantarono contro le Torri Gemelle. Da allora si è chiuso completamente in se stesso, rifugiandosi nella sua sterminata collezione di dischi in vinile, refrattario al mondo, deciso a difendere il suo diritto a non ricordare. Diagnosi: disordine da stress post traumatico. L'incontro casuale con Alan Johnson (Don Cheadle), affermato dentista a Manhattan e suo vecchio compagno d'università, lo costringerà ad affrontare i suoi demoni interiori, avviandolo lentamente verso una possibile guarigione.
La storia si svolge negli stessi luoghi, ambienti e milieu sociale della commedia sofisticata. Uno dei due protagonisti, Adam Sandler, è conosciuto dal grande pubblico più per la sua vis comica che per le sue doti drammatiche. E invece Reign Over Me è un film sul dolore e sul suo difficile superamento, sullo spaesamento di una città, New York, e dei suoi abitanti. Tutti più o meno in crisi, incapaci di comunicare, ma nondimeno, come nel caso del dentista Don Cheadle, affamati di qualcosa che vada oltre il prestigio e l'affermazione sociale, la vita agiata con i suoi meccanismi prestabiliti, rassicurante ma alla lunga a rischio d'implosione. Dove la tragedia pubblica dell'11 settembre, analizzata da un punto di vista tutto privato, aleggia senza essere mai in primo piano.
Reign Over Me è un film onesto, toccante, che tratta argomenti difficili spesso con levità (non mancano gli scambi di battute divertenti) e non indulge mai nel melodramma, pur muovendo alle lacrime quando finalmente Charlie-Sandler affronta, per la prima volta insieme all'amico, il ricordo della tragedia vissuta. I due attori protagonisti sono totalmente credibili e in sintonia (si veda la scena della jam session su musica di Springsteen). Ad un attonito e arruffato Sandler si contrappone l'uomo perbene Cheadle, ricco di sfumature a volte impercettibili, garbatamente ostinato nel voler aiutare l'amico ritrovato. La regia di Mike Binder, che firma anche la sceneggiatura, è al servizio degli attori, tra i quali segnaliamo, come comprimari, Liv Tyler nei panni di una dolce analista e Donald Sutherland che in un cameo, nel ruolo del giudice, ruba a tutti la scena.


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Il Messaggero - The Haunting in Connecticut

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Uscita Cinema: 21 Agosto 2009

Titolo Originale: The Haunting in Connecticut 

Genere : Horror

Regia: Peter Cronwell

Attori:  Virginia Madsen, Kyle Gallner, Martin Donovan, Amanda Crew, Elias Koteas, Ty Wood, Sophi Knight, Erik J. Berg, John Bluethner, D. W. Brown, John B. Lowe, Adriana O'Neil, Will Woytowich, James Durham, Darren Ross. 

Durata: 92 min 

Valutazione : Bambini +13


Paese: USA 2009 


Distribuzione: Lucky Red








Trama Film:


Sara è una madre provata dalla vita. Il marito ha dei problemi con l'alcol e il figlio maschio, Matt, è affetto da un cancro per il quale necessita di cure speciali. La famiglia decide di affittare una casa nella zona vicina all'ospedale in cui Matt viene sottoposto a terapie particolari. Ben presto il ragazzo comincia a percepire strane presenze per combattere le quali chiede l'intervento di un misterioso compagno di terapie esperto in fenomeni paranormali.
Siamo di fronte all'ennesimo film sulla casa infestata di cui Amityville Horror costituisce il punto di riferimento. Il problema è che si vuole far passare la storia come vera. Si tratterebbe del caso della famiglia Snedeker che negli anni '70 aveva finito con l'abitare a Southington in Connecticut.
Può darsi che si siano verificati fenomeni paranormali ma viene da pensare che sia molto improbabile che sia accaduto 'tutto' quello che viene proposto nel film. Perché altrimenti saremmo indotti a ritenere che la famiglia di Matt dovesse essere davvero priva di discernimento visto che non ha abbandonato l'edificio prima della tregenda (di cui vi taciamo le origini e gli sviluppi per non fare spoiler). Il problema di un film come questo sta nella quasi meccanica proposta di nuovi colpi di scena. Tre pugni ben assestati al plesso solare (come ben sanno i pugili) producono molto di più di tanti piccoli pugni ad effetto ma di scarsa potenza complessiva.
Il vero interesse de Il Messaggero non sta quindi tanto nella riproposizione di situazioni ormai stranote agli appassionati del genere. È possibile invece individuarlo nel legame che viene instaurato tra la malattia, la probabile e imminente morte e la sua rappresentazione secondo i canoni del genere. Quei corpi ricoperti di parole da un sadico negromante non sono poi tanto diversi da quello di Matt punteggiato dai segni del male che lo invade.